“Certe cose si possono dire con le parole, altre con i movimenti.
Ma ci sono anche dei momenti in cui si rimane senza parole, completamente perduti e disorientati, non si sa più che cosa fare.
A questo punto comincia la danza”.
(P. Bausch)
Conosci PINA BAUSCH?
Tra le più importanti e note coreografe mondiali, la Bausch ha esaltato con il proprio lavoro la tradizione del Tanztheater (teatrodanza), sviluppando con originalità una narrazione coreografico-drammaturgica in cui forza e fragilità convivono in un rapporto dinamico costante e costantemente re-interpretato e “scritto” dai danzatori, definiti danzattori. Un lavoro che la Bausch stimolava attraverso domande a cui essi rispondevano in improvvisazione, divenendo co-autori delle pièces.
<<Fin dall’infanzia la danza è stata per me un mezzo di espressione molto importante. Con la danza potevo esprimere tutte quelle emozioni che non sapevo dire a parole. Sono talmente tanti i differenti stati d’animo, tante le sfumature e le tonalità che si possono esprimere attraverso la danza. Ed è questo ciò che conta: si deve conservare la ricchezza, non limitarla, si devono rendere visibili e percepibili tutte le diverse sfumature.
La fantastica possibilità che abbiamo in scena è che ci è permesso compiere azioni che nella vita normale non si possono fare. Con questo cerco di capire da dove vengono certe emozioni. Le contraddizioni sono importanti. Tutto deve essere osservato, non si può escludere nulla. Solo così possiamo intuire in che tempo viviamo. La realtà è molto più vasta di quanto siamo in grado di comprendere. Talvolta possiamo chiarire qualcosa soltanto confrontandoci con ciò che non sappiamo. E talvolta le domande che ci poniamo conducono a esperienze che sono molto più antiche, che non appartengono soltanto alla nostra cultura, al qui e ora. È come se ritornasse a noi una conoscenza che da sempre ci appartiene, ma della quale non siamo più consapevoli e contemporanei. Ci fa ricordare qualcosa che è comune a tutti noi. Questo ci dà grande forza e speranza>>.
La testimonianza di Pina Bausch racconta tanto del lavoro di fiorituraincorso.
Immergerci nella realtà attraverso i linguaggi dell’Arte ci permette di squarciare i veli della razionalità e di contattare significati, sentieri di senso e di coscienza talvolta inaccessibili o parzialmente occultati dai filtri dell’ordinario. L’esperienza diretta, integrale, in cui coinvolgiamo le persone con cui lavoriamo nei nostri percorsi e interventi, permette di liberare energie, pensieri, emozioni, ma anche intenzioni e propositi, bisogni e desideri, che abilitano una conoscenza più piena di se stessi. Questo è il primo passaggio fondamentale per osservare, comprendere e sviluppare consapevolezza.
La conoscenza antica che da sempre ci appartiene, di cui parla la Bausch nell’estratto sopracitato, ha a che fare con una saggezza innata e radicale, che ci precede e ci costituisce, un territorio di comunanza che non riguarda solo noi in quanto individui, ma soprattutto il sub-strato esistenziale collettivo che condividiamo con l’umanità.
Ecco perché tutti, artisti e non, abbiamo bisogno di creare: si tratta di fondare attraverso di noi, nel presente a cui diamo forma, un ponte tra passato e futuro, tra il dentro e il fuori, una sintesi di informazioni preziosissime su noi stessi, sugli altri, sulla storia. Nulla che la sola mente razionale sia in grado di cogliere, nulla che si possa pienamente assimilare se non attraverso un’esperienza immersiva e totale dentro l’atto creativo.
Consigliamo la visione super attivante del meraviglioso docu-film realizzato da Wim Wenders nel 2011, proprio in omaggio al lavoro eccezionale di Pina Bausch